L'isola è una meraviglia in primavera. I turisti estivi ancora non sono arrivati e sono poche le comitive che si avventurano fuori dai tre borghi per perdersi tra i greppi fioriti di cisti rosa e bianchi e ginestre. Un' affioramento granitico con pochi tratti di costa sabbiosa e acque limpide e profonde, paradiso dei sub di tutta Europa. Gli antichi sentieri che usavano i contadini per andare con i somari nei campi, strette terrazze con muretti a secco dove si coltivava l'uva ansonaca, sono adesso splendidi percorsi di trekking.

Da li in un paio di chilometri si scende dolcemente, tra terrazzamenti ed oliveti a Giglio Campese. La vista sulla baia con la Torre settecentesca da un lato e il faraglione dall'altra difficilmente si dimentica.
A sud del Campese, dove era la miniera di pirite, un altro sentiero conduce in breve tempo fino al faraglione calcareo, aprendo viste straordinarie sulle scogliere meridionali e sul blu intenso del mare. Ci togliamo gli scarponi e ci mettiamo le pinne per vedere l'isola da sotto, forse anche più bella.